VIDEO DI DISABILE VESSATO, CONDANNATI DIRIGENTI GOOGLE


2010-02-24 20:03
Video di disabile vessato, condannati dirigenti Google


(di Igor Greganti)
MILANO - Il primo processo, anche in campo internazionale, ai responsabili di un 'provider' di internet per la pubblicazione di contenuti sul web si e' concluso a Milano con la condanna di tre dirigenti del piu' famoso motore di ricerca al mondo, Google. Una sentenza, quella del Tribunale italiano, che ha ricevuto critiche dell'ambasciatore americano a Roma, David Thorne, il quale ha spiegato che gli Usa sono rimasti ''negativamente colpiti dalla odierna decisione'', perche' ''il principio fondamentale della liberta' di Internet e' vitale per le democrazie''.
Il giudice monocratico della quarta sezione penale, Oscar Magi, ha condannato i tre dirigenti di Google a 6 mesi, con la sospensione condizionale della pena, per violazione delle privacy, assolvendoli invece dal reato di diffamazione. Assolto un quarto dirigente che era accusato solo di diffamazione. Per il colosso americano del web, finito oggi nel mirino anche dell'antitrust europeo che ha aperto un'indagine per capire se utilizzi pratiche anticoncorrenziali, la decisione del Tribunale di Milano, che ha gia' diviso gli esperti tra pro e contro e scatenato la reazione di alcuni blogger, e' ''un attacco alla liberta' della rete e noi faremo appello''. Per i pm, invece, e' una sentenza che ''tutela la dignita' delle persone''.
Al centro del processo, c'era un video che mostrava un ragazzino disabile insultato e picchiato da alcuni compagni di scuola di un istituto tecnico di Torino. Il filmato venne realizzato dagli studenti nel maggio 2006 e da loro caricato su Google Video l'8 settembre, dove rimase, cliccatissimo nella sezione 'video piu' divertenti', per circa due mesi, fino al 7 novembre, prima di essere rimosso dal provider statunitense. I quattro studenti sono stati condannati nel dicembre 2007 a 10 mesi di messa alla prova dal Tribunale dei minorenni di Torino.
Parellele, intanto, correvano le indagini del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e del pm Francesco Cajani che hanno portato a processo David Carl Drummond, ex presidente del Cda di Google Italy e ora senior vice presidente, George De Los Reyes, ex membro del cda di Google Italy e ora in pensione, Peter Fleischer, responsabile delle strategie per la privacy per l'Europa di Google Inc., e Arvind Desikan, responsabile del progetto Google Video per l'Europa. Il giudice Magi oggi ha fatto cadere l'accusa di diffamazione, condannando i primi tre per la sola violazione della privacy.
In ambienti giudiziari, si fa presente che il giudice nella sua sentenza (le cui motivazioni arriveranno tra 90 giorni) non ha riconosciuto un dolo da parte degli imputati che potesse configurare il reato di diffamazione. Una condanna anche per diffamazione, infatti, spiegano fonti giudiziarie, avrebbe sancito una sorta di ''obbligo alla censura preventiva'' da parte di Google e altri provider sui contenuti che vanno in rete, essendo la diffamazione un reato che si consuma istantaneamente. Diverso, invece, il discorso sulla violazione della privacy. Il giudice, in questo caso, potrebbe aver accertato un ''dolo di profitto'' da parte del motore di ricerca che, essendo un'impresa commerciale, guadagna sulla pubblicita' quando i video vengono cliccati.
''Con questo processo - hanno commentato a caldo i pm Robledo e Cajani - abbiamo posto un problema serio, ossia la tutela della persona umana che deve prevalere sulla logica di impresa''. I legali degli imputati, gli avvocati Giuliano Pisapia e Giuseppe Vaciago, hanno parlato di una decisione che ''desta preoccupazione riguardo al profilo della liberta' della rete''. Cio' non toglie, hanno aggiunto, che l'assoluzione sulla diffamazione non ha permesso che passasse ''il principio dei pm sull'obbligo di una censura preventiva''.
Soddisfazione invece di Guido Camera, legale dell'associazione Vividown, costituita parte civile nel processo (nel video in questione veniva derisa e insultata dagli studenti mentre vessavano il disabile). ''Quello che a noi interessava - ha spiegato Camera - era l'affermazione della responsabilita' penale dei dirigenti di Google, e questa e' stata riconosciuta dal giudice''. La finalita' dell'associazione, infatti, ha aggiunto l'avvocato, ''e' sociale ed educativa, ed e' stato importante che con questo processo si sia presa una posizione ferma a tutela della privacy delle persone, che vale per Obama come per un ragazzino disabile''. E la politica italiana si e' divisa sulla sentenza: il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, ha parlato di ''sentenza esemplare'', mentre Paolo Gentiloni, responsabile comunicazioni del Partito Democratico, di ''un precedente unico e allarmante''.
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